
Acqua: istruzioni per l'uso
L’acqua, come è universalmente riconosciuto, è il bene più importante e versatile. L’opportunità di fruirne non è però universale.
In contesti diversi, il suo utilizzo appare particolare e merita qualche riflessione.
E’ requisito fondamentale per i volontari che raggiungono località “alternative” alle nostre tenere conto del costume delle popolazioni locali rispettando anche le regole del consumo di acqua: in molte parti dell’Africa e dell’Asia le persone non dispongono di acqua potabile né di acqua corrente e sono costrette a percorrere chilometri in situazioni non facili per averne quantità soddisfacenti. Il dato da proporre è tuttavia un altro: non tutte le acque sono uguali ed un’acqua che per una popolazione extraeuropea appare normale, per noi “privilegiati” può non esserlo.
L’acqua che si trova in queste zone del mondo per essere assimilata senza problemi deve, perciò, essere necessariamente bollita, per essere epurata da tutti i batteri ed essere così certi di non contrarre malattie o disturbi gastrici.
E’ tassativo ripetere l’operazione tutte le volte che ne usufruiamo, evitando in questo modo potenziali reazioni allergiche e spiacevoli irritazioni. Consideriamo non completamente affidabile la depurazione dell’acqua tramite agenti chimici, poiché non sempre efficace come la precedente soluzione.
In considerazione, inoltre, delle modalità di trasporto e della ristrettezza della risorsa, è importante tener conto della collettività e servirsene con parsimonia in una logica di razionalizzazione e non di assoluta deprivazione.
I volontari che partecipano alle esperienze di volontariato possono anche procurarsi scorte di acqua confezionata. Occorre tenere conto, tuttavia, che i market che ne sono provvisti sono spesso distanti dai villaggi o dalle strutture dove sono organizzati gli alloggi.
E’ inoltre necessario assicurarsi, prima della consumazione, che i contenitori non siano danneggiati o che siano sempre ermeticamente chiusi.